Mascherine e aziende: come ripartire in sicurezza

Le mascherine sono diventate ormai un elemento fondamentale nella nostra vita da quando è arrivato il Coronavirus.

Questo sia per proteggere noi stessi sia per proteggere gli altri. Le informazioni che riceviamo giornalmente ci fanno capire che, se non prendiamo sempre le dovute precauzioni, il dilagarsi nuovamente di questo Virus potrebbe essere dietro l’angolo.

Siamo tutti consapevoli che ci vorrà molto tempo prima di tornare alla vita prima del Covid-19.

L’arrivo della fase due ha portato negli italiani un mix di entusiasmo e paura.

Da una parte la voglia di ripartire, di ricominciare una vita più o meno normale.

Dall’altra la paura di una ricaduta come è successo nei paesi Asiatici dove persone che avevano già preso il Coronavirus si sono nuovamente ammalate.

Allora come possiamo ripartire senza vivere questa paura?

Quanto sono importanti le mascherine e i protocolli presi nelle aziende in vista della loro riapertura?

Questo è l’argomento che voglio trattare oggi perché, che tu sia un imprenditore o un lavoratore che è stato attirato dal titolo di questo articolo, è giusto che tu sappia che è possibile ripartire e lavorare in sicurezza. Vediamo come.

Distanze, mascherine e smartworking

Il protocollo, aggiornato oggi dalle parti sociali, ha l’obiettivo di fornire indicazioni operative finalizzate a incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per contrastare l’epidemia di COVID-19.

È quanto si legge nel testo siglato che individua una serie di misure in:

  • materia di informazione,
  • ingresso in azienda,
  • sanificazione, dispositivi di sicurezza,
  • gestione degli spazi condivisi,
  • smart working e organizzazione dei turni, sorveglianza sanitaria in azienda. 

Quali saranno le modalità di ingresso in azienda?

Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.

Le persone in tale condizione, nel rispetto delle indicazioni riportate in nota, saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine.

Non dovranno recarsi al Pronto Soccorso e/o nelle infermerie di sede.

Dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.

L’ingresso in azienda di lavoratori che hanno già avuto da COVID 19 e che hanno seguito subito dopo il protocollo della quarantena, dovrà essere preceduto da una preventiva comunicazione.

Tale comunicazione avrà come oggetto la certificazione medica che attesta che il soggetto è risultato negativo al tampone secondo le modalità previste.

La certificazione verrà rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza.

Qualora, per prevenire l’attivazione di focolai epidemici, nelle aree maggiormente colpite dal virus, l’autorità sanitaria competente disponga misure aggiuntive specifiche, come ad esempio, l’esecuzione del tampone per i lavoratori, il datore di lavoro fornirà la massima collaborazione.

Cosa succede invece all’interno delle aziende che ripartono?

L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.

Nel caso di presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali aziendali, si procede alla pulizia e sanificazione dei suddetti.

Questo secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, nonché alla loro ventilazione.

Occorre garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.

L’azienda, in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute e secondo le modalità ritenute più opportune, può organizzare interventi particolari/periodici di pulizia ricorrendo agli ammortizzatori sociali nelle aree geografiche a maggiore endemia.

Nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020. 

Mascherine e dispositivi di protezione individuali sono fondamentali per una riapertura aziendale in sicurezza

L’adozione delle misure d’igiene, delle mascherine e altri dispositivi di protezione individuale indicati nel presente Protocollo di Regolamentazione sono fondamentali per ripartire in sicurezza con l’attività lavorativa.

Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

È previsto, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica.

In questo senso, ogni regione sta facendo in modo di ripartire nel migliore dei modi e soprattutto in sicurezza.

L’obiettivo è quello di non rischiare una nuova ondata di contagio da Covid-19.

Ad esempio dalla regione Campania parte questa proposta che ha come scopo principale quello di  lo scopo principale di salvaguardare la salute dei lavoratori.

Come attraverso sistemi appositamente studiati ed evitare gli assembramenti. Ai lavoratori verrà inoltre chiesto di indossare un particolare bracciale.

Un bracciale che permetta di monitorare continuamente il distanziamento sociale, la temperatura corporea e anche il livello di saturazione di ossigeno nel sangue.

In caso di rilevamenti pericolosi il bracciale emetterà un allarme per segnalare ulteriori verifiche.

La segnalazione arriverà anche alla control room debitamente allestita in ciascuna azienda.

Ovviamente i dati verranno associati a codici anonimi, e solo in caso di necessità si risalirà ai dati sensibili collegati a ciascun codice.

È sicuramente una procedura che sta facendo tanto parlare e al momento sarà volontario l’utilizzo della stessa.

Ma è importante far capire che non è interesse delle aziende violare la privacy dei lavoratori.

L’unico interesse è tutelare la loro salute nel bene stesso dell’azienda e degli altri lavoratori e delle rispettive famiglie.

Un ulteriore diffusione del virus potrebbe nuocere gravemente sotto l’aspetto sanitario ma anche industriale.

Ecco perché, da qualunque punto di vista si guardi, la priorità resta sempre la salute.

Come verranno gestiti gli spazi comuni?

L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi deve essere sempre accompagnato da una ventilazione continua dei locali.

Una ventilazione di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano.

Occorre provvedere all’organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi per lasciare, luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie.

Occorre inoltre garantire la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi detergenti dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

Parliamo ora di organizzazione aziendale a livello lavorativo

Le imprese potranno disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart working o comunque a distanza.

Si può procedere ad una riorganizzazione dei livelli produttivi per assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione.

L’obiettivo è quello di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili.

Il protocollo sottolinea che il lavoro a distanza continua ad essere favorito. Ferma la necessità che il datore di lavoro garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività.

È  necessario il rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di lavoro.

Questo compatibilmente con la natura dei processi produttivi e degli spazi aziendali.

I lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare da soli, potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati.

Come ad esempio da uffici inutilizzati, sale riunioni.

Nella gestione dell’entrata e uscita dei dipendenti si possono favorire orari di ingresso/uscita scaglionati per evitare il più possibile contatti.

Occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita da questi locali e garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni. 

Perché stiamo andando verso l’obbligo delle mascherine?

Da una parte c’è l’evidenza ormai chiara che anche chi non ha sintomi o ha disturbi minimi può comunque trasmettere il virus.

Dall’altra studi di laboratorio che dimostrano che il virus non passa solamente con le goccioline di saliva, ma anche attraverso aerosol.

E non si tratta solamente di una mera speculazione di fisica.

Nell’aerosol la permanenza del Sars2-COv-19 può essere anche di tre ore, seppur in quantità ridotte.

Questo lo mostra uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine.

L’obbligatorietà di queste mascherine sarà fondamentale per la ripresa della nostra Nazione e del mondo intero.

Dobbiamo fare in modo di evitare il più possibile un ritorno del contagio.

Se tutti le metteremo – spiega Paolo Bonanni, Direttore dell’Istituto di Igiene dell’Università di Firenze – ovviamente le possibilità di trasmissione del virus saranno ridotte.

Ma non bisogna mai dimenticare che le classiche mascherine chirurgiche nascono per evitare che una persona potenzialmente infettante possa trasmettere il virus.

Grazie alla mascherina, si può evitare che il virus possa finire su oggetti che poi vengono toccati con le mani da altre persone.

Persone che quindi potrebbero entrare in contatto con il virus, come può avvenire ad esempio con il carrello di un supermercato.

Come detto, però, in chiave protettiva per il singolo sano non si tratta di dispositivi particolarmente efficaci.

Il loro impiego diffuso va visto sicuramente come dinamica di carattere sociale.

Questo perché consente di ridurre, se tutti indossano la mascherina, il possibile contagio da soggetti che non sanno di poter trasmettere il virus.

L’Italia post Covid -19: come uscire dall’emergenza

Dopo un evento scioccante, soprattutto a livello sociale, bisogna subito iniziare un lavoro di elaborazione per non cadere in una sindrome traumatica.

Una sindrome che poi degenera in depressione collettiva.

La parola d’ordine deve essere: ripartire. Bisogna ripartire mentalmente, emotivamente, economicamente e socialmente.

Per ripartire abbiamo bisogno delle aziende grandi e medie che ri-coinvolgano i dipendenti, i clienti e i fornitori nel lavoro, dopo l’isolamento forzato, dando nuovo slancio all’attività economica.

Per ripartire abbiamo bisogno dei media mainstream che pur polarizzati nei toni possano rilanciare il racconto Paese.

Non siamo le vittime perdenti, ma gli eroi resilienti che si  rialzano dopo una calamità!

Per ripartire abbiamo bisogno di noi. Della nostra testa, dei nostri cuori.

Non dobbiamo farci prendere dal panico e dallo smarrimento.

Dobbiamo essere tutti uniti e pronti a ripartire per noi, per le nostre famiglie, per la nostra economia, per la nostra Italia.

Dopo un trauma, la cosa migliore da fare e alzarsi e ricominciare.

Rivedere i colleghi, parlare con gli amici. Riprendere il lavoro e recuperare fiducia.

Curare gli affetti, proiettarsi nelle proprie attività future e darsi il tempo necessario per riguadagnare le proprie forze.

Spero vivamente che questo articolo ti sia servito per farti ripartire in modo più tranquillo ed in sicurezza.

Spero inoltre ma che ti abbia fatto riflettere su quante volte abbiamo vissuto periodi tremendi e quante volte siamo riusciti a rialzarci.

Il team di Alzarating è qui anche per questo.

Non solo per fare informazione ma anche per aiutare le imprese che hanno voglia di ripartire, più forti di prima. Imprese che però si sentono un po’ spaesate e non sanno da che parte iniziare.

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