Ricerca & Sviluppo: la salvezza di molte aziende

Mio caro imprenditore ti sei mai chiesto se nella tua azienda fai Ricerca & Sviluppo?

Devi sapere che, spesso e volentieri, quando tratto questo argomento, ho a che fare con imprenditori scettici, nel momento in cui  spiego le potenzialità che ci possono essere, all’interno della loro azienda.

Potenzialità, spesso, sottovalutate o inutilizzate.

Questo è il motivo per cui oggi, voglio spiegare in modo chiaro e sintetico, di cosa parliamo, quando trattiamo l’argomento “Ricerca & Sviluppo”.

Spesso però, la difficoltà di rappresentare un fenomeno o di non interpretarlo correttamente, sfocia in un completo abbandono e disinteresse della gestione dello stesso.

È questo il caso dei costi di ricerca e sviluppo.

Quando sono generati da costi interni all’azienda, non vengono quasi mai, indagati dai sistemi di controllo di gestione.

Questa attenzione è però necessaria per una serie di motivi che andremo ad elencare di seguito:

  • il rispetto delle norme.
  • La necessità di gestione dell’azienda.
  • Necessità di negoziazione.

Necessità di rispetto delle norme

Poiché questo livello di applicazione è di fatto obbligatorio, affrontiamo brevemente come i costi di ricerca e sviluppo e i risultati in beni intangibili, debbano essere rappresentati a bilancio.

Questo ci sarà poi utile sia per avere una terminologia comune nella definizione dell’ambito di applicazione della Ricerca e Sviluppo.

È opportuno iniziare con il “decreto bilanci” (D.Lgs. n. 139/2015), con il quale sono  state introdotte alcune interessanti novità, relative al trattamento dei costi di ricerca e sviluppo all’interno dei bilanci aziendali.

Occorre fare riferimento al principio contabile OIC 24, per ricondurre ad una corretta classificazione dei costi relativi alla ricerca e sviluppo e più in particolare alla definizione degli stessi.

L’OIC 24 ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione delle immobilizzazioni immateriali, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa.

Il presente principio contabile, è destinato alle società che redigono i bilanci d’esercizio, in base alle disposizioni del Codice Civile.

Parlando di Ricerca & Sviluppo è importante analizzare le seguenti voci:
  • Ricerca di base.

Si tratta di studi, ricerche, esperimenti e indagini che non hanno un obiettivo specifico. Servono ad accrescere le conoscenze generiche delle imprese. Per tali spese si riscontra la mancanza di un collegamento diretto con la produzione di un bene o un servizio

  • Trattamento dei costi.

I costi sostenuti per la ricerca di base sono costi di periodo, e quindi addebitati al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenuti.

Essi rientrano nella ricorrente operatività dell’impresa, e sono, nella sostanza, di supporto ordinario all’attività imprenditoriale della stessa.

  • Ricerca applicata

È finalizzata ad uno specifico prodotto o processo produttivo.

Nello specifico è l’insieme di studi, esperimenti, indagini e ricerche che si riferiscono direttamente all’ utilità di realizzare uno specifico progetto.

  • Sviluppo

È l’applicazione dei risultati della ricerca o di altre conoscenze possedute o acquisite in un piano o in un progetto.

Precisamente, per la produzione di materiali, dispositivi, processi, nuovi o sostanzialmente migliorati, prima dell’inizio della produzione commerciale o dell’utilizzazione.

  • Trattamento dei costi per la Ricerca Applicata e lo Sviluppo

Questi costi, sono capitalizzati nell’attivo patrimoniale e sono composti:

  1. dagli stipendi, e gli altri costi relativi al personale impegnato nelle attività di ricerca e sviluppo.
  2. Dai costi dei materiali e dei servizi impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo.
  3. Dall’ammortamento di immobili, impianti e macchinari,nella misura in cui tali beni sono impiegati, nelle attività di ricerca e sviluppo;
  4. Dai costi indiretti, diversi dai costi e dalle spese generali ed amministrative, relativi alle attività di ricerca e sviluppo.
  5. Dagli altri costi, l’ammortamento di brevetti e licenze, nella misura in cui tali beni, sono impiegati nell’attività di ricerca e sviluppo.
I costi di ricerca applicata e sviluppo, per poter essere capitalizzati devono inoltre rispondere alle seguenti caratteristiche:
  • relativi ad un prodotto o processo chiaramente definito, nonché identificabili e misurabili.
  • Riferiti ad un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale la società possieda o possa disporre delle necessarie risorse.
  • Recuperabili, cioè la società deve avere prospettive di reddito in modo che i ricavi, siano almeno sufficienti a coprire i costi sostenuti per lo studio dello stesso. Naturalmente, dopo aver dedotto tutti gli altri costi di sviluppo, i costi di produzione e di vendita. 

Necessità di gestione dell’azienda

Partendo dall’analisi di base, della normativa vigente, consideriamo il fatto che oggi il valore di brevetti, know how e marchi, è l’asset decisivo per la competizione.

Di conseguenza, risulta oggi fondamentale, l’approfondimento e soprattutto una maggiore attenzione, alla gestione dei costi di ricerca e sviluppo.

Capire la relazione tra i costi aziendali e la formazione del reddito è fondamentale per governare l’azienda e portarla ad una maggiore redditività.

Quando allunghiamo l’orizzonte temporale di riferimento verso il medio-lungo termine, occorre senz’altro sforzarsi per comprendere come i costi (investimenti), produrranno, degli effetti sull’azienda.

Tra questi investimenti quelli più complicati da controllare, sono probabilmente i costi di ricerca e sviluppo .

Questo approccio al controllo di gestione nell’ambito della ricerca e sviluppo, è ben radicato in molte aziende chimiche e farmaceutiche.

Putroppo è largamente tralasciato soprattutto nelle PMI, spesso e volentieri in quelle aziende, dove la componente dell’innovazione è molto rilevante.

Mi fermo un attimo per farti riflettere.

Dopo che hai letto questa prima parte, quante situazioni o progetti o prototipi ti stanno venendo alla mente, che tu hai sviluppato in questi anni?

Scommetto che quei progetti erano e sono a tuo parere, la normalità per l’andamento e la crescita della tua azienda.

Ma non è come pensi è ora ti spiego il perchè.  

Proprio per l’importanza che oggi riveste la ricerca e sviluppo, nel mantenimento della redditività aziendale, occorre spingersi oltre quello che è il dettato normativo obbligatorio.

Fondamentali sono anche i collegamenti che ci sono tra i costi di ricerca e sviluppo e la creazione del valore aziendale.

Quando parliamo di aziende ad alto tasso di innovatività, la strumentazione messa a disposizione del controllo di gestione, è utile, a supporto delle decisioni strategiche relativamente all’innovazione stessa.

Tra le decisioni oggi cruciali in questo ambito, occorre ricordare quella del Make or Buy (cioè decidere se sviluppare internamente oppure andare sul mercato).

Oggi infatti, con il fortissimo sviluppo del concetto dell’open innovation  e della conseguente apertura della ricerca e sviluppo oltre i confini dell’impresa, occorre avere gli strumenti che, ci consentano di decidere la convenienza dello sviluppo interno, rispetto a quello esterno.

Strumenti, che ci consentano anche di valutare l’opportunità di portare a reddito, attraverso la cessione, un “semilavorato” della ricerca e sviluppo, perché magari non ritenuto strategico per l’azienda.

Del resto, proprio una delle caratteristiche della vera ricerca e sviluppo, è quella di non avere certezza degli esiti attesi. Ma come è noto, per più esempi accaduti nella storia, talvolta sono proprio quegli esiti inattesi, ad aver maggior successo.

In linea generale, occorre comunque considerare la crucialità della fase di scelta, nell’assegnare delle risorsefinanziarie, economiche o umane, che di per se tendono ad essere scarse, e che quindi implicano una scelta esclusiva tra le varie ipotesi di allocazione.

I vantaggi del controllo di gestione nella Ricerca & Sviluppo

Il controllo di gestione nell’R&S può portare dei vantaggi ulteriori che possiamo collegare in primo luogo alla capacità dell’azienda di valorizzare il patrimonio di intangibili in modo più concreto ed oggettivo.

Oltre alla possibilità, di rappresentare una maggiore e migliore patrimonializzazione, anche nei confronti di finanziatori ( istituti bancari, fondi di investimento o più semplicemente gli azionisti).

Come appare evidente, le diverse tipologie di metodi hanno in se, vantaggi, svantaggi e difficoltà applicative, che vanno valutati sulla base dei risultati che si vogliono ottenere.

È altrettanto evidente che possono essere tra di loro complementari, nell’ottica della migliore rappresentazione di quanto si sta indagando.

Benefici fiscali

Non possono nemmeno essere trascurati i benefici fiscali che sono collegati con una corretta gestione degli immateriali.

Ad esempio,il Patent Box, che rappresenta oggi probabilmente il più importante beneficio fiscale riconosciuto alle aziende, prevede tra gli obblighi il “traking e tracing”.

Questa previsione normativa è probabilmente stata inserita proprio con uno scopo educativo, per incentivare l’imprenditoria italiana e porre maggiore attenzione al controllo e alla gestione di costi e ricavi legati alla ricerca e sviluppo.

Ricordo, solamente per far comprendere la portata di questa normativa fiscale, che a regime, quindi a partire dal 2017, l’applicazione del Patent Box consentirà una riduzione del 50% della base imponibile afferente ai redditi derivanti da alcuni beni immateriali.

In particolare sono oggetto di agevolazione i seguenti beni: software, brevetti, marchi di impresa, disegni e modelli, know how.

Se per le prime categorie di beni immateriali agevolati, c’è qualche speranza di rinvenire un minimo di contabilità che dia traccia di quanto è accaduto nel tempo, è più difficile avere un sistema di controllo di gestione, che possa riferirsi al più generale know how aziendale.

Come si calcolano i Benefici fiscali

Se l’impresa rientra a pieno titolo tra quelle che possono usufruire del credito d’imposta ricerca e sviluppo, il prossimo passaggio è capire come si calcola il beneficio fiscale.

Questo genere di calcoli non sono semplici e necessitano dell’aiuto di consulenti specializzati per poter essere certi di non fare errori.

In questa sede, ci limitiamo a spiegare in linea teorica il procedimento di calcolo, così come lo spiega il decreto attuativo (art. 5 comma 2 DM 27/5/2015).

Stiamo parlando della differenza positiva tra l’ammontare complessivo delle spese, per investimenti in attività di  ricerca e sviluppo, sostenute nel periodo d’imposta in relazione al quale si intende fruire dell’agevolazione, e la media annuale delle medesime spese, realizzate nei tre periodi d’imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015”.

Si tratta dunque di un calcolo, con riferimento all’anno di Bilancio che:

  • deve tener conto di una eventuale media precedente.
  •  Va valorizzata in modo differente, a seconda del tipo di impresa e di attività che si vuole far rientrare nel credito d’imposta ricerca e sviluppo.

La cosa fondamentale da tenere in considerazione è che, per usufruire dell’agevolazione, si dovrà aver messo a bilancio, costi legati ad attività di ricerca e sviluppo dell’anno precedente, a quello in cui si sta chiedendo l’agevolazione.

Necessità di negoziazione

Le ragioni sono essenzialmente da ricercare nell’aumento dell’incidenza dei costi di ricerca, causata da una crescente complessità delle sfide a cui è chiamata l’azienda.

Dall’altra parte, alla sempre più breve durata della “fase di mercato” dei risultati della ricerca e sviluppo.

Occorre quindi, adottare delle strategie collaborative, in modo da ottimizzare sul lato i costi, e valorizzare, dall’altra parte, i risultati economici ottenuti.

Ed è proprio la fase collaborativa che richiede una valorizzazione, il più possibile attendibile ed oggettiva.

Questo per poter consentire delle eventuali negoziazioni, che possono ad esempio riguardare la cessione dei risultati, fino a quel momento ottenuti, da uno specifico filone ricerca.

L’approccio che si vuole qui proporre è di tipo incrementale, riscontrando nella pratica professionale, soprattutto quando rivolta ad aziende PMI, una carenza assoluta di coscienza del problema.

Di seguito riporto i passi fondamentali, per ottimizzare l’iter di Ricerca & Sviluppo.

Mappatura

Occorre iniziare da una mappatura dei beni intangibili presenti in azienda. E già questa fase potrebbe riservare notevoli sorprese. Non è infrequente rilevare dei valori aziendali non conosciuti ma soprattutto non adeguatamente protetti quanto meno sotto il profilo della riservatezza.

Misurazione

La fase successiva è certamente quella della misurazione. Occorre cioè mettere in opera, un sistema di rilevamento dei dati che consenta di dare una descrizione del fenomeno.

Gestione

Oltre che rilevare i costi e le risorse impiegate, occorre, per ottenere un effettivo controllo di gestione, misurare i risultati ottenuti.

Valorizzazione

Per poter valorizzare occorre avere ben presente i valori economici in gioco. Questa è probabilmente la fase più ambiziosa del processo ma anche quella che può portare a significativi risultati.

Occorre quindi in questa ultima fase, compiere lo sforzo di tradurre in valori monetari, quelli che sono i risultati raggiunti dalla ricerca e sviluppo, sia per migliorare la rappresentazione economica dell’azienda, sia per eventuali necessità negoziali.

Ora che ti ho spiegato per filo e per segno le procedure, le leggi e i vantaggi, che potresti ottenere, sfruttando questi benefici fiscali concessi dallo Stato, ti sarai anche reso conto che è una procedura complessa.

Non puoi sicuramente gestire tutto da solo, hai bisogno di una guida che ti possa accompagnare in tutto il percorso.

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